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Logo che vince non si cambia: caratteristiche di un logo memorabile



Logo che vince non si cambia: caratteristiche di un logo memorabile
Design

27/06/2024

Cos’è un logo? Oggi siamo letteralmente invasi da loghi senza neanche rendercene conto. Guardati in giro, quanti ne riesci a contare solo allungando di poco lo sguardo? 

Si, conosciamo già la risposta ed è per questo motivo che la realizzazione di un logo che sia facilmente riconoscibile, distinguibile e memorabile rappresenta una fase di estrema importanza per un brand. 

In questo articolo ti parleremo proprio di questo ultimo aspetto, ovvero della necessità di rendere un logo memorabile, fornendoti delle piccole tips da mettere in atto per riuscirci. 

Più nel dettaglio vedremo:

  1. Come nascono i loghi: storia ed evoluzione 
  2. Consigli chiave per il logo perfetto 
  3. La percezione del logo nella mente umana 

Come nascono i loghi: storia ed evoluzione

Logo deriva dal greco λόγος e significa “parola”. Non a caso risale proprio all’antica Grecia l’utilizzo di una prima forma rudimentale dello stesso. In quegli anni infatti i sovrani erano soliti far contrassegnare le monete con dei monogrammi indicativi del loro regno.

Oggi con la parola logo si intende un simbolo grafico, composto da lettere e forme, rappresentativo di un prodotto, un’idea o un brand. Se facciamo riferimento ad un aspetto commerciale quindi possiamo dire che la prima implementazione del logo risale all’ambiente rurale, dove si era soliti marchiare il bestiame per impedire furti, e al mondo degli artigiani, che marchiavano le opere per conferire loro rarità e pregio. 

Come puoi notare in questa breve digressione storica appaiono già tre elementi che il logo è in grado di attribuire ad un brand: valore, distinguibilità e unicità

Aspetti che hanno permesso a Bass Pale Ale ad esempio di essere conosciuto come il primo produttore di birra al mondo. Come? Grazie al fatto di aver realizzato il primo marchio brevettato nel 1875. 

Ora è più che lecito domandarsi come venivano realizzati i primi loghi rispetto ai grandi marchi ai quali siamo abituati. Vediamolo insieme!

L’evoluzione dei loghi è inarrestabile, non esiste brand che non abbia modificato il suo marchio almeno una volta nel corso della storia. I primi loghi tendevano però ad essere molto diversi da quelli attuali: un tripudio di ornamenti, font che quasi sembravano realizzati a mano, simboli e molto altro. Diciamo così: i loghi erano ai tempi uno specchio dei più grandi movimenti artistici dell’epoca. 

Prendiamo Pepsi ad esempio: nato in epoca vittoriana il primo logo del famoso brand presenta forme complesse, lettere importanti e decorazioni estrose. Tutto quello che oggi non c’è. 

Fonte: insidemarketing

A questo punto voliamo dal passato al presente per comprendere più nel dettaglio com’è, o dovrebbe essere, un logo oggi. 

Consigli chiave per il logo perfetto 

Partiamo con una piccola premessa: la perfezione, intesa dal punto di vista stilistico, è un concetto prettamente soggettivo, ma quando con perfetto si intende funzionale ed efficiente non c’è obiezione che tenga.

Un logo vincente deve difendere a spada tratta i seguenti aspetti:

  • semplicità: a dispetto di quanto avveniva nel passato i loghi di oggi si spogliano di decorazioni superflue e complesse e diventano minimal nei dettagli e negli elementi. Un logo semplice è più riconoscibile e soprattutto è più facile che venga ricordato nel corso degli anni. 
  • riproducibilità: regola d’oro durante la realizzazione di un logo è proprio la sua adattabilità e riproducibilità in ogni supporto. Il logo deve essere sempre lo stesso, su ogni piattaforma o superficie. 
  • forme basic ed elementari: e se ti chiedessi di provare a disegnare il logo Nike? Probabilmente la maggior parte non avrebbe difficoltà a ricordare il logo del celebre marchio. Il motivo? Paradossalmente forme semplici e minimal sono più facili da portare alla mente, ma non ti spoilero altro, lo vedremo nel prossimo paragrafo. 
  • font conosciuti: è consigliabile evitare tipologie di carattere troppo articolate e complesse, soprattutto per una questione di leggibilità e riconoscibilità. 
  • evita ombre e luci: come abbiamo già detto in tutte le salse less is more, quindi abolite ogni dettaglio extra che fa tanto old style.

Sappiamo a cosa stai pensando: i colori? Quali colori scegliere per un logo vincente? 

Dietro alla scelta del colore ci sarebbe tanto da dire. Addentrandoci nel mondo del neuromarketing ti basta sapere che i colori hanno il potere di trasmettere un messaggio e di evocare emozioni differenti da persona a persona. Ecco che quindi se il verde è in grado di trasmettere benessere, pace e salute, il blu è affidabile e fedele e il rosso audace e spiritoso. 

Attenzione però all’aspetto culturale. Lo sapevi che nei paesi orientali il bianco è un colore generalmente associato al lutto? La percezione del colore è un concetto profondamente radicato nella cultura di un paese: se il tuo brand si affaccia ad un mercato internazionale quindi è bene informarsi e analizzare attentamente questi aspetti. 

La percezione del logo nella mente umana

Ad avvalorare quanto detto nel precedente paragrafo c’è un esperimento pubblicato sul sito di signs.com dal nome “Branded in memory”. In particolare nell’ambito della ricerca è stato chiesto a circa 156 volontari di riprodurre quanto più fedelmente possibile alcuni dei  prestigiosi loghi presi in esame, semplicemente disegnandoli. I risultati della ricerca dimostrano come solo il 16% del campione sia effettivamente stato in grado di disegnare i loghi in modo quasi del tutto identico, mentre il 37% ha riprodotto i vari loghi con diverse imperfezioni. 

Cosa dimostrano questi dati? 

Sicuramente le persone sono spesso in grado di riconoscere un logo e di associarlo immediatamente al brand di riferimento, ma la memoria che si ha è tendenzialmente parziale e confusionaria. In particolare è emerso che:

  • i loghi più fedelmente riprodotti sono quelli più semplici: ad esempio il logo Starbucks è stato disegnato perfettamente solo dal 6% dei volontari, tutti gli altri hanno omesso alcuni dettagli come la coda della sirena o la corona
  • ad essere maggiormente memorizzati sono stati i colori, al contrario piccole sagome, lettere minuscole o maiuscole e forme tendono a passare in secondo piano
Fonte: https://www.signs.com/branded-in-memory/

Di base però che un logo venga riprodotto fedelmente o con qualche imperfezione cambia poco, ciò che conta davvero è che venga riconosciuto e associato al brand e soprattutto memorizzato. Un logo deve poter cogliere a tutto tondo l’essenza e l’identità del brand, deve comunicare senza parlare, deve emozionare e farsi strada nella mente e nella vita di ciascuno di noi.

Noi di Web To Emotions siamo sempre qui, pronti ad affiancarti nei vari step che portano alla realizzazione del logo del tuo brand. Contattaci e affidati all’esperienza dei professionisti del WOW Team!

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