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Post personali utilizzati per addestrare l’IA di Meta



Post personali utilizzati per addestrare l’IA di Meta
Digital Transformation

07/06/2024

Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale ha fatto passi da gigante, passando da essere conosciuta e utilizzata solo da pochi addetti ai lavori a diventare parte integrante della vita di quasi tutta la popolazione mondiale.

E qui viene il bello, perché esattamente come un qualsiasi atleta, l’intelligenza artificiale ha bisogno di costante allenamento per migliorare e rendere le sue prestazioni più efficienti. Allenamento che, a quanto pare, inizierà a coinvolgere noi comuni esseri mortali.

  1. Meta aggiorna i termini: cosa cambia dal 26 giugno 
  2. Chi può opporsi? 
  3. Cosa succede una volta inviata la richiesta? 

Meta aggiorna i termini: cosa cambia dal 26 giugno

Abbiamo tempo fino al 26 giugno, dopodiché l’azienda proprietaria, tra le altre cose, di Facebook e Instagram, inizierà a utilizzare le foto e i video dei post degli utenti per addestrare l’intelligenza artificiale. 

La spiegazione è semplice: l’efficacia di modelli sempre più avanzati di IA dipende inevitabilmente dal volume di informazioni e dati dei quali essa dispone. 

Per questo motivo Meta brama di poter accedere ai nostri post e relative didascalie per creare nuove immagini e generare risposte sempre più complete. Esclusi invece i messaggi privati scambiati con amici o familiari. 

Inutile dire come questo aggiornamento stia lasciando perplessi sempre più utenti. In primis sono stati proprio i content creator o gli artisti a preoccuparsene: allenandosi sulle loro opere l’intelligenza artificiale sarà in grado di riprodurne esattamente lo stile, la tecnica o, come ad esempio nel caso di una fotografia, il settaggio delle impostazioni. Ora però anche il resto degli utenti inizia a sentirsi chiamato in causa. 

Tale aggiornamento sembra essere stato intrapreso in sordina, in realtà Meta lo aveva comunicato ai suoi utenti tramite notifica, una delle tante che ogni giorno ci troviamo ad affrontare e magari, erroneamente, ignorare. 

Il fatto è che nel momento in cui per la prima volta ci si iscrive a piattaforme come appunto Facebook e Instagram si accettano automaticamente anche i termini e le condizioni, che Meta ha tutto il diritto di modificare quando e come vuole. Diciamo che quindi il consenso diretto da parte degli utenti in questo caso non c’è mai stato. 

Chi può opporsi e come farlo

GDPR - General Data protection Regulation

Partiamo dicendo che non tutti possono farlo. Solo nel Regno Unito e Unione Europea infatti è possibile appellarsi al diritto di opposizione grazie al GDPR.

Ma anche in questo ultimo caso il processo è tutt’altro che semplice: Meta ha infatti pensato bene di rendere il percorso verso il famigerato modulo di opposizione degno di qualsiasi caccia al tesoro che si rispetti. 

In questi ultimi giorni sono diventati virali alcuni post e video che spiegano passo dopo passo il procedimento. Per riuscire ad opporsi è “sufficiente” cliccare sulle voci “impostazioni e privacy”, raggiungere il campo “informazioni” e poi “informazioni sulla privacy” e infine cliccare sul link diretto che porterà immediatamente al modulo in questione. 

Ma quando sembra tutto finito ecco che arriva il bello: all’interno del modulo Meta chiede infatti una serie di dati, tra cui anche un campo dove aggiungere una motivazione valida per opporsi. Quando si dice rendere il processo user friendly e a portata di click. 

Cosa succede una volta inviata la richiesta?

Poniamoci ora questa domanda. Cosa succede una volta inviato il modulo? 

Normalmente Meta si riserva il diritto di non accettare tutte le richieste, ma solo quelle con alle spalle una valida motivazione. Di fatto però, secondo le rigide leggi europee sulla Privacy, Meta ha l’obbligo di rispondere positivamente a tutte le richieste, a prescindere da quale sia il motivo. 

C’è un ma. Qualora la richiesta di opposizione dovesse essere accettata infatti, Meta potrà comunque continuare ad utilizzare le informazioni degli utenti. Questi i casi più comuni:

  • se qualcuno pubblica una foto in cui compare un utente che ha negato il consenso, i dati di quell’immagine potranno comunque essere utilizzati
  • se l’utente che ha negato il consenso verrà in qualche modo menzionato nei commenti o didascalie dei post, tali informazioni verranno trattate allo stesso modo

Detto ciò sentiamo di darvi un consiglio. In un particolare periodo storico in cui siamo circondati da piattaforme digitali, i nostri dati personali necessitano di essere protetti e salvaguardati. In genere le piattaforme sono tenute a rendere il processo quanto più trasparente possibile, ma gli utenti hanno l’importante compito di aggiornarsi costantemente, perché la consapevolezza è il primo passo per difendere il nostro diritto alla privacy.

Il WOW Team, che da oltre vent’anni affronta i cambiamenti del digitale, è pronto ad affiancarti con competenza, visione ed impegno, contattaci ora!

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