05/02/2021
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Il 2020 è stato senza ombra di dubbio un anno all’insegna dello sviluppo tecnologico. In poche settimane abbiamo abbracciato una tecnologia che senza la spinta delle difficoltà affrontate avrebbe impiegato anni prima di entrare a far parte della nostra vita quotidiana.
Per valutare il livello di digitalizzazione e la crescita potenziale in Europa, la società multinazionale di social trading eToro ha commissionato uno studio al CEBR (Center for Economics and Business Research). Sono stati analizzati 9 paesi europei tra i quali l’Italia, la Francia, la Danimarca, la Germania, i Paesi Bassi, la Polonia, la Romania, la Spagna e il Regno Unito.
Da questa analisi è emerso un “Digital Transformation Index” caratterizzato da:
Con nostro enorme dispiacere, in questa classifica l’Italia si colloca al 9° e ultimo posto, sia per lo scarso livello di digitalizzazione sia per la propensione non favorevole verso le future trasformazioni digitali.
Infatti, il Digital Growth Index evidenzia come le prospettive dell’Italia di colmare il divario digitale con gli altri Paesi europei siano ancora troppo basse. Ad esempio, secondo l’analisi sopra citata, il 36% degli intervistati ha affermato l’intenzione di opporsi all’espansione delle tecnologie digitali sul luogo di lavoro.
Sebbene l’emergenza sanitaria che stiamo affrontando abbia accelerato lo sviluppo tecnologico e la trasformazione digitale in tutta Europa, in Italia sembra che ci sia ancora molta resistenza. Un dato emblematico è che solo poco più di un terzo degli italiani (36%) utilizza l’online banking almeno una volta ogni tre mesi, contro il 91% di Danimarca e Paesi Bassi.
Tuttavia, gli europei esprimono disagio per l’utilizzo di soluzioni digitali che non sono ancora ben consolidate. Più della metà degli intervistati, circa il 56%, si sentirebbe a disagio svolgendo una visita medica tramite una videochiamata con il proprio dottore. In Italia invece quasi una persona su cinque afferma che continuerà a svolgere queste visite mediche di routine online anche dopo la fine dell’emergenza. Il dato più curioso è che nei 9 mercati europei analizzati gli italiani con più di 55 anni sono la seconda categoria di persone a trovarsi più a loro agio con gli appuntamenti medici online.
Anche se la ricerca di eToro mostra molte sfide ancora da affrontare, giorno dopo giorno aumenta sempre di più la fiducia rivolta al digitale. Molte tecnologie si sono ormai radicate nella nostra vita quotidiana. C’è un forte sostegno pubblico per l’aumento della digitalizzazione nei settori dell’energia e dei servizi (71%), della finanza (65%) e dell’intrattenimento (64%).
Il 46% degli europei intervistati ha affermato che l’esperienza digitale vissuta nel 2020 ha insegnato loro nuove competenze. Un terzo (circa il 33%) ha dichiarato di avere voglia di provare nuove tecnologie.
Anche fra gli anziani la maggior parte degli intervistati ha confermato che il maggiore utilizzo delle tecnologie nell’anno passato ha reso la loro vita più facile.
Questo è un punto fondamentale per approcciare in modo positivo al digitale. Capire che può migliorare la nostra vita sia privata che lavorativa è il primo passo per accettare e affrontare al meglio lo sviluppo tecnologico.
Mentre il 51% degli europei intervistati afferma che le tecnologie digitali semplificano la vita e per questo motivo si mostrano favorevoli all’aumento della digitalizzazione, la ricerca rivela che c’è ancora un grande disaccordo sulla velocità dello sviluppo tecnologico e sulla portata della trasformazione digitale.
Secondo 2 europei su 5 le tecnologie digitali si stanno diffondendo troppo rapidamente e definiscono il cambiamento come un evento schiacciante.
A sostegno di questa idea quasi la totalità degli intervistati ha espresso grandi preoccupazioni per i rischi causati dal crimine informatico e dalla mole di informazioni e dati personali che vengono scambiati online.
Inoltre, soprattutto nel corso del 2020, il 61% degli italiani intervistati si è mostrato preoccupato dalla diffusione di notizie fuorvianti o errate. La fake news infatti hanno messo a dura prova la fiducia delle persone. Questo perché siamo costretti quotidianamente a cercare conferme e fonti attendibili prima di credere o fidarci di un’informazione.
Il nostro augurio è che in questo nuovo anno il nostro Paese cambi la propria rotta per dirigersi verso un futuro sempre più digitale. Vederci all’ultimo posto nella classifica stilata dalla ricerca di eToro deve essere un campanello di allarme: non possiamo permetterci di restare indietro. Sotto tanti punti di vista l’Italia è sempre stata un esempio da seguire per gli altri Paesi e lo stesso deve accadere per quanto riguarda la trasformazione digitale. È necessario porci come obiettivo il miglioramento della componente digitale nelle nostre vite, per scalare posizioni e favorire un sempre più un necessario sviluppo tecnologico.
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