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Instagram Non mi piace: una nuova era per la moderazione sociale



Instagram Non mi piace: una nuova era per la moderazione sociale
Social Media

29/05/2025

Instagram non mi piace: la rivoluzione silenziosa è iniziata.

Dopo anni di esperimenti e riflessioni sulla qualità delle interazioni, la piattaforma social ha ufficializzato l’introduzione del tanto atteso tasto “Non mi piace” sui commenti. Una novità che, pur sembrando piccola a prima vista, rappresenta un passo importante verso una gestione più sofisticata dei contenuti generati dagli utenti.

Con questa mossa, Instagram conferma la direzione che molti social network stanno ormai percorrendo: costruire ambienti digitali meno tossici, più autentici e in grado di favorire conversazioni costruttive.

In questo articolo parleremo di:

Cosa cambia davvero con il tasto “Non mi piace”

Il nuovo pulsante (che non è un semplice pollice verso, ma una freccia discreta verso il basso) permette agli utenti di segnalare la propria disapprovazione su un commento senza però esporre pubblicamente il proprio giudizio. Il conteggio dei “Non mi piace” infatti non sarà visibile né all’autore del commento né agli altri utenti, ma sarà usato in modo interno da Instagram per comprendere meglio la qualità delle interazioni e, all’occorrenza, ricalibrarne la visibilità.

In altre parole, un commento che riceve molte valutazioni negative potrebbe essere spinto in basso, nascosto o rimosso, se ritenuto dannoso o irrilevante. Tuttavia, questo processo non è automatizzato al 100%, poiché Instagram promette un monitoraggio sia umano che algoritmico per evitare penalizzazioni ingiustificate.

Una funzione discreta ma strategica

Rispetto al tasto “dislike” richiesto da tempo su piattaforme come Facebook, quello di Instagram è un intervento meno visibile e più sobrio. Non genera una forma di “shaming” pubblico e questo non è per niente un dettaglio secondario.

Nel contesto attuale dare agli utenti un mezzo per dissentire senza esporre o alimentare dinamiche di aggressione pubblica è una scelta di design precisa. L’obiettivo non è generare scontri, ma aiutare l’algoritmo a comprendere quando un contenuto non contribuisce positivamente alla conversazione.

Questa funzionalità si ispira a meccanismi simili già presenti su Reddit, dove i voti negativi aiutano a “pulire” i thread da commenti poco utili, e su YouTube, che ha nascosto i “dislike” pubblici nel 2021 per proteggere i creator da ondate coordinate di disapprovazione.

Un passo verso social media più maturi

Il “Non mi piace” non è solo uno strumento di moderazione, ma anche un segnale chiaro del percorso evolutivo dei social network. Stiamo assistendo a una fase di maturazione delle piattaforme, che non sono più soltanto spazi di espressione illimitata, ma veri e propri ecosistemi con responsabilità sociali, culturali e psicologiche.

Instagram, in particolare, ha vissuto negli ultimi anni molte contraddizioni: da un lato il desiderio di stimolare engagement e creatività; dall’altro, la consapevolezza crescente dell’impatto negativo di certe dinamiche sulla salute mentale, in particolare dei giovani utenti.

L’introduzione del “Non mi piace” sui commenti è parte di un pacchetto più ampio di iniziative, tra cui:

  • la possibilità di nascondere il numero di “like”
  • strumenti di filtro e blocco automatico dei commenti tossici
  • opzioni per limitare le interazioni in modo selettivo
  • nuove regole sulla trasparenza pubblicitaria e sui contenuti sponsorizzati.

Un cambiamento di paradigma culturale

Se nei primi anni dell’era social il mantra dominante era “tutti devono poter dire tutto”, oggi l’attenzione si sta spostando su come si dice, cosa si dice e con quali conseguenze.

I social network stanno sempre più assumendo il ruolo di piazze pubbliche digitali, e proprio come nella vita reale, anche online diventa necessario fissare regole di convivenza. Il “Non mi piace” contribuisce a definire nuovi codici di comportamento, facendo emergere l’idea che non tutte le opinioni devono essere premiate dalla visibilità.

Questa trasformazione, però, non è priva di rischi…

Rischi e criticità: censura o giustizia sociale?

Il dibattito su questo tipo di funzionalità è acceso. Se da un lato molti utenti ne apprezzano l’intento civilizzatore, dall’altro c’è chi parla di censura.

Un uso scorretto del “Non mi piace” potrebbe portare a penalizzare opinioni controcorrente, minoritarie o semplicemente impopolari. Se i sistemi di ranking non sono sufficientemente trasparenti e sofisticati, il rischio è che si creino “bolle di consenso” dove solo ciò che è “apprezzabile” secondo i criteri dominanti trova spazio.

Per questo motivo, sarà fondamentale che Instagram comunichi chiaramente come vengono utilizzati i dati raccolti dai “Non mi piace”, e implementi controlli che evitino abusi o manipolazioni.

Un segnale anche per brand e creator

Per chi lavora con i social, dai content creator ai brand, questa novità è anche un campanello d’allarme: non basta più ottenere like, bisogna evitare le reazioni negative. I commenti lasciati sotto post sponsorizzati, ad esempio, potrebbero influenzare la percezione pubblica anche se nascosti alla vista: Instagram, infatti, potrebbe ridurre la spinta organica dei contenuti “poco graditi” a livello qualitativo.

In questo senso, il “Non mi piace” impone una riflessione sulla qualità della comunicazione: linguaggio più inclusivo, messaggi meno polarizzanti, maggiore attenzione al tono.

Dove stanno andando i social?

L’introduzione di strumenti di valutazione negativa “soft” come questo indica chiaramente il futuro dei social: più che amplificatori indiscriminati di opinioni, stanno diventando ambienti curati e regolamentati.

Le piattaforme stanno prendendo atto delle loro responsabilità: non si tratta più solo di “dare voce”, ma anche di saper gestire le voci. In un mondo sempre più frammentato, disinformato e spesso violento, il controllo della qualità delle interazioni è diventato una priorità etica e strategica.

Anche dal punto di vista commerciale un ambiente più sicuro e civile è più attrattivo per brand e inserzionisti, e genera un coinvolgimento di maggiore qualità.

La rivoluzione silenziosa del “Non mi piace”

Il tasto “Non mi piace” nei commenti su Instagram non è solo una nuova feature: è l’indizio tangibile di una trasformazione profonda nel modo in cui concepiamo l’esperienza online.

Non è più tempo di like compulsivi e dibattiti infuocati. Il futuro dei social passa dalla capacità di filtrare il rumore, favorire il dialogo e proteggere le relazioni digitali.

Instagram ha deciso di giocare d’anticipo, affidandosi a una forma di disapprovazione anonima, misurata, non pubblica. La sfida ora è farne uno strumento di crescita collettiva, non di repressione. Come sempre, saranno gli utenti a determinarne il destino.

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