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L’Italia è prima per riciclo tra i principali Paesi Europei



L’Italia è prima per riciclo tra i principali Paesi Europei
Sostenibilità

15/04/2022

Il riciclo dei rifiuti è sempre stato un tema centrale nei più importanti dibattiti internazionali e ad oggi è anche il focus del 12esimo obiettivo dell’Agenda 2030 e sarà anche il protagonista del seguente articolo. 

Prima di approfondire l’obiettivo 12 dell’Agenda 2030, facciamo un passo indietro. Che cos’è l’Agenda 2030? È un programma di azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi Membri dell’ONU. Il programma dell’Agenda 2030 prevede 17 obiettivi per un totale di 169 target. Tra i 17 obiettivi, al 12esimo posto, vi è quello dedicato a garantire un Consumo e una Produzione responsabile. 

Infatti, l’obiettivo in questione promuove un modello di consumo e di produzione sostenibile con lo scopo di ridurre il notevole volume dei rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclaggio e il riutilizzo.

Come anticipato prima, con questo articolo andremo ad approfondire diversi e interessanti temi correlati al riciclo, soprattutto quello della plastica. Iniziamo approfondendo le fasi del processo per il riciclo della plastica e di come sia oggi la nemica numero uno dei mari e degli oceani. Successivamente parleremo di un grande successo Italiano, oggi infatti il Belpaese è primo in classifica, rispetto ai principali Paesi Europei, per il riciclo dei rifiuti, tra cui la plastica. Infine, sveleremo come W2E contribuisce, nel suo piccolo, a ridurre il consumo e l’inquinamento da plastica. 

Le fasi del processo per il riciclo della plastica

Soprattutto negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare dell’importanza di ridurre l’utilizzo della plastica e soprattutto del suo riciclo ed è proprio su questo che vogliamo soffermarci in questo paragrafo. 

Prima di approfondire le fasi del riciclo della plastica è importante conoscere le differenze tra le diverse tipologie di plastica. Ne ricordiamo alcune:

  • polietilene (PE): sacchetti di plastica, imballaggi;
  • polipropilene (PP): contenitori per alimenti, alcuni flaconi per detersivi, moquette e arredi da giardino;
  • cloruro di polivinile (PVC): film protettivi, tubi plastici;
  • polietilentereftalato (PET): bottiglie;
  • polistirene (PS): posate, bicchieri e piatti usa e getta.

Ma quindi cosa si intende per riciclo della plastica? Come funziona? Quali sono le sue fasi? Il riciclaggio della plastica comprende tutte quelle azioni che portano dallo smaltimento corretto del materiale, al riutilizzo di alcune delle sue componenti. Di seguito andremo a vedere nel dettaglio cosa avviene nelle singole fasi di questo delicato ma importantissimo processo.

La prima fase, definita fase di raccolta differenziata, ha l’obiettivo primario di smistare i rifiuti, questo passaggio è fondamentale perché altrimenti non si potrebbe procedere al riciclaggio.

La seconda fase è semplicemente un processo di miglioramento del primo step. Infatti, si procede con la selezione del rifiuto che viene svolta completamente dalle macchine, le quali, attraverso uno scanner a infrarossi, procedono a dividere i diversi tipi di plastica sopracitati. 

La terza fase, conosciuta anche come macinazione, prevede che i rifiuti, precedentemente selezionati, vengano spediti in impianti appositi nei quali avviene un’ennesima divisione a seconda della tipologia di prodotto, ad esempio i tappi con i tappi e così via. Questo terzo step ha, come d’altronde tutti gli altri, la sua centralità. Infatti, l’ulteriore smistamento è utile per dividere i differenti tipi di plastica che contengono additivi diversi e che è bene separare per un processo di riciclaggio corretto.

La quarta fase prevede il lavaggio dei rifiuti per pulirli da quelli che possono essere residui di sporco, cibo, sapone. 

La quinta e ultima fase prevede la triturazione dei rifiuti che vengono trasformati in coriandoli. In questa ultima fase, sempre grazie all’aiuto delle macchine, i coriandoli vengono divisi per colore, riscaldati, raffreddati e tagliati in ulteriori microframmenti pronti per essere riutilizzati. 

Nel prossimo paragrafo andiamo a vedere perché è così importante riciclare i rifiuti, tra cui la plastica, e come questa sia diventata ad oggi la nemica numero degli oceani e dei mari di tutto il nostro pianeta. 

La plastica nemica dei mari

La situazione attuale, purtroppo, vede ancora una condizione disastrosa per quanto riguarda l’inquinamento da plastica nei mari

La plastica è il materiale più a lunga conservazione, infatti, si degrada totalmente solo dopo più di 100 anni. Prova ad immaginare i danni che una semplice bottiglia di plastica lasciata sulla spiaggia o, anche peggio, gettata in mare può causare all’intero pianeta, e prova a moltiplicare questo gesto per tutti gli abitanti della terra, lo scenario è davvero spaventoso.

Per questo motivo è fondamentale ridurre in primis il consumo e la produzione di plastica, proprio come elenca l’obiettivo 12 dell’Agenda 2030. Ancora più importante è il suo corretto riciclo che inizia proprio dai piccoli gesti di ogni singolo individuo, come ad esempio fare la raccolta differenziata. 

Ma quindi quali sono i danni che l’inquinamento nei mari sta provocando? Quando un oggetto di plastica, che sia una rete, un sacchetto, una busta, un tappo o una bottiglia, viene gettato in mare ed entra a contatto con l’acqua si frantuma in microframmenti che vagano negli oceani e nei mari di tutto il mondo. Questi minimi ma anche pericolosissimi frammenti di plastica rappresentano un pericolo acuto per la diversità della specie e per gli abitanti del mare, come ad esempio i pesci, le tartarughe, le meduse, perché vengono scambiati per cibo.

La domanda che sorge spontanea è, come si stanno comportando i diversi Stati per ovviare al problema? L’obiettivo 14 dell’Agenda 2030 parla chiaro, entro il 2025 si puntano a ridurre in modo significativo tutti i tipi di inquinamento marittimo e a portare a un livello minimo l’acidificazione degli oceani. 

E l’Italia come si sta muovendo in tema di riduzione e riciclaggio della plastica e non solo? Lo vediamo approfonditamente nel prossimo paragrafo.

L’Italia come si sta comportando a riguardo?

L’Italia si posiziona al primo posto in Europa per il riciclo dei rifiuti, a confermarlo sono i dati raccolti dal CEN (Circular Economy Network).

La ricerca, che ha preso in considerazione le 5 principali economie d’Europa ovvero, Italia, Polonia, Francia, Germania e Spagna, ha mostrato che, con una percentuale che sfiora di pochissimo l’80%, l’Italia si posiziona prima, seguita poi da Francia, con il 56%, e Germania con il 43%. Inoltre, l’Italia detiene anche un altro primato, ovvero quello di aver migliorato dal 2010 al 2018 il tasso di riciclo del +8,7%.

L’Italia infatti da alcuni dati del CONAI, un consorzio privato che opera senza fini di lucro, ha mostrato come tra il 2019 e 2020 il nostro paese abbia riciclato circa 399 mila tonnellate di acciaio, 51 mila tonnellate di alluminio, 3 milioni e 989 mila tonnellate di carta, 1 milione e 997 mila tonnellate di legno, 1 milione e 54 mila tonnellate di plastica e 2 milioni e 69 mila tonnellate di vetro. Numeri interessanti e molto confortanti che fanno ben sperare nel continuo aumento delle percentuali delle pratiche di riciclo della penisola. 

Il nostro paese può dunque essere orgoglioso di questo importante traguardo, confermato dal CEN, e raccogliere i frutti di una gestione che, dai dati emersi, si può con certezza affermare essere stata ottimale e vincente. Le alte percentuali di riciclo sono alla base di un comportamento sempre più sostenibile per diverse ragioni, perché portano ad una minore quantità dei rifiuti da smaltire, per il minore impiego delle materie prime ma anche per il maggior risparmio energetico. Infatti, il recupero di materie provenienti dal riciclo permette un risparmio annuo pari a 63 milioni di tonnellate di CO2. Un grande successo per il nostro paese e per l’intero pianeta. 

Come sta contribuendo Web To Emotions?

Nonostante il grande successo raggiunto dall’Italia sono ancora tanti i passi da fare, per questo è importante che ognuno di noi, nel suo piccolo, continui a fare la propria parte adottando un comportamento sostenibile e rispettoso dell’ecosistema che ci circonda. 

Noi di W2E stiamo gradualmente contribuendo a migliorare il nostro comportamento per essere l’azienda migliore per il mondo, ecco di seguito alcuni dei cambiamenti che abbiamo deciso di adottare per ridurre l’inquinamento e il consumo di plastica:

  • non utilizziamo più le buste di plastica 
  • utilizziamo borracce al posto delle bottiglie di plastica
  • per la nostra pausa caffè utilizziamo solo bicchieri di carta biodegradabili 
  • per le nostre pause pranzo usiamo i contenitori riutilizzabili e non quelli in plastica usa e getta
  • acquistiamo e consumiamo solo capsule compostabili per il caffè 
  • per la pulizia del nostro ufficio utilizziamo detersivi che non contengano microplastiche

Basta davvero poco per fare la differenza. E tu, sei pront* a contribuire al cambiamento essenziale per l’intero pianeta? 

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